Polistampa

polistampa - nuvole non chiedonoLe nuvole non chiedono permesso dalla Patagonia all'Alaska cento giorni a piedi e in corriera.
Collana: Libro verità

Dalla Patagonia all'Alaska, a piedi, in treno o in corriera. Cento giorni zaino in spalla e in compagnia di se stesso, portandosi dietro il bagaglio leggero di tante domande.? Un viaggio inatteso, perché inattesa è anche la figura del viaggiatore: uomo di istituzioni, politico di lunga esperienza, nell'immenso continente americano Tito Barbini cerca una nuova leggerezza e nuove ragioni.
Un libro che è allo stesso tempo diario di viaggio e reportage, riflessione politica e indagine esistenziale. E l'America delle madri di Plaza de Mayo, dei minatori boliviani, delle tante etnie indios, l'America che si sta aprendo a un'imprevista speranza di riscatto e giustizia, sa essere molto generosa: di emozioni, stimoli, idee, per un ritorno a casa che sia anche una nuova stagione di impegno.

Recensione di Anna Maspero
Un viaggio che è un dialogo interiore, un continuo confronto fra una geografia reale e una intima, fra l'altrove e il sé che si è lasciato alle spalle. Un viaggio per trovare nella distanza le risposte alle domande sul senso delle nostre azioni e di una vita spesa nell'impegno civile e politico. Un viaggio per superare le delusioni e per cambiare. Non a caso nel titolo si parla di nuvole, simbolo, nel loro continuo mutare, della trasformazione e di quella libertà che solo il viaggio regala.
Per ritrovare se stessi non è necessario arrivare alla fine del mondo, ma l'autore ha voluto vivere fino in fondo questa metafora del viaggio, via terra, senza scorciatoie ne metaforiche ne reali, in solitudine, lungo itinerari secondari, dalla Patagonia all'Alaska. Protagonista rimane però l'America del Sud, un continente trascurato e dimenticato, ma sfondo dei sogni e delle battaglie di una generazione, la sua, che voleva cambiare il mondo. E così i ricordi si mescolano agli incontri reali, il passato al presente: Pablo Neruda e Borges, Allende e Michelle Bachelet, Victor Jara e Rubén Blades, gli indios Mapuche e i balenieri, criminali nazisti e le madri di plaza de Mayo, i lavoratori delle saline e Evo Morales... Un continente fino a pochi anni fa smarrito e governato da una classe politica corrotta, ma che sta cambiando, sta scuotendosi di dosso un passato pieno di contraddizioni e la dipendenza dagli Stati Uniti. Un continente dove è più facile ricollegare il proprio passato al presente per ritrovare noi stessi e il senso della scoperta e dell'avventura che credevamo perso.

 

polistampa - antartideAntartide. Perdersi e ritrovarsi alla fine del mondo
di Tito Barbini

"Ho sempre pensato che il paesaggio sia un fatto interiore, una dimensione dello spirito, spesso legata all'infanzia, magari segnata dall'apparenza di un ricordo. Sono convinto che questa sia la ragione per cui, tante volte, da adulti,
un'inevitabile delusione aspetta chi prova a ritrovare nel paesaggio reale i suoi ricordi del passato.
In Antartide la natura si riappropria completamente del suo tempo e lo lascia scorrere a modo suo: lentamente ma
incessantemente, segnato solo dal variare delle forme che compongono e ricompongono i paesaggi. Presto dovrò
arrendermi di nuovo a questo mondo quale lo abbiamo voluto, in fondo, anche tutti noi. Però l'Antartide, lo so, continuerà ad abitarmi dentro."

I piccoli libri che formano questa collezione sono diari, epistolari, autobiografie, cronache, reportage di viaggio: documenti che hanno un forte legame coo la realtà, con i traumi, le speranze, la vita di tutti i giorni. A volte drammatiche, a volte lievi, le storie di questa collana sono comunque spaccati di vita vissuta, come l'opera di apertura della serie, Il libro di Alice, che raccoglie riflessioni, poesie, avventure vere e fantastiche scritte da Alice Sturiale.


polistampa - kenyaAlla scoperta del Kenya.
Arte e folklore del centro Africa
di Massimo Sandrelli

A cavallo dell'Equatore c'è il Kenya, la perla nera dell'Africa Orientale. Una terra aspra, difficile, una tavolozza di colori forti e sfumati, una coppa di sapori antichi, il Kenya è una faccia delicata e vivida dell'Africa. Uno tra i primi paesi africani a imboccare la via dello sviluppo, pur irta di ostacoli, è il paradiso del safari, riservato un tempo ai patiti della caccia grossa e oggi, fortunatamente, della incruenta ma avvincente spedizione fotografica nello splendore della natura. Nei parchi del Kenya, santuari della wildlife, si possono ammirare, oltre ai Big Five (bufalo, elefante, leone, leopardo e rinoceronte), centinaia di specie allo stato selvaggio: uno spettacolo indimenticabile. Ma Kenya vuol dire anche spiagge incantate a perdita d'occhio, fondali marini popolati di milioni di creature variopinte, clima gradevole, città animate, cordialità e ospitalità, come sanno i molti connazionali che lo hanno eletto a meta prediletta quando non a residenza: senza dimenticare il fascino di antiche culture, patrimonio di popoli fieri come i pastori Masai e Samburu, i Kikuyu protagonisti dell'indipendenza del Paese, i Kalenjin da cui provengono i celebri fondisti e maratoneti kenioti. Un paese unico al mondo per un'esperienza altrettanto unica, grazie anche ai puntuali suggerimenti di una guida illustratissima che si propone anche come piacevole lettura nel corso del viaggio.
Presentazione di: Matteo Renzi


polistampa - tra poco in indiaTra poco in India
di Pasquale Siano
Collana: Dalla stanza

"Non volevo andare in India perché avevo tanta paura del viaggio, delle folle, delle malattie, degli animali. Invece Tra poco in India sospenderò i miei conflitti psicologici con l'oggettività del guardare le cose fuori di me, supererò la mia notte interiore per l'imminenza del giorno sfolgorante, anche se a una vita intima dovesse succedere una vita nomade in Oriente".

 

 

 

 

polistampa - poetaIl poeta e i pirati. Le straordinarie avventure di Filippo Pananti, schiavo ad Algeri
di Paolo Ciampi
Collana: Selezione Narrativa Polistampa

Algeri, primi dell'Ottocento. Ancora nel bel mezzo delle guerre napoleoniche la città che da secoli è il più temibile covo di pirati dell'intero Mediterraneo chiude tra le sue mura centinaia di schiavi. Tra di loro un giorno arriva anche Filippo Pananti, toscano del Mugello, poeta che sarà sepolto tra i Grandi d'Italia in Santa Croce e salutato come il più grande epigrammista italiano per i suoi versi impertinenti, se non licenziosi. A lui tocca in sorte di essere uno degli ultimi cristiani catturati dai pirati ma anche uno dei primi occidentali dell'epoca moderna a raccontare il Maghreb e l'Islam. Il suo libro, all'epoca fortunatissimo, richiama sorprendentemente situazioni e problematiche per noi di drammatica attualità.
Pur affascinato, suo malgrado, dal mondo islamico, Pananti - giacobino assertore dell'eguaglianza di tutti gli uomini - invoca una nuova Crociata per la civiltà contro i covi dei pirati (i terroristi di oggi?) e i loro protettori (gli Stati canaglia), parla di una forza multinazionale, intuisce che vincere sarà facile ma che poi l'occupazione militare avrà un costo enorme in vite umane. L'Algeria allora diventa l'Afghanistan o l'Iraq dei nostri giorni. E già si agita lo spettro dei kamikaze...
Le vicende di Filippo Pananti precedono di oltre quindici anni la conquista francese dell'Algeria, con cui comincia uno scontro che in fondo arriva fino a noi. Ma l'epilogo non avrà come colonna sonora il rullare dei tamburi di guerra. Alla fine questa sarà una storia di perdono e oblio. La storia di un uomo che alle avventure militari preferirà i versi improvvisati con gli amici e le bicchierate davanti a un caminetto...

 

 

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